Tecnologia e Media

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01/07/2019

La rivoluzione degli schermi è arrivata

Un team degli scienziati dell’Università di Cambridge ha messo a punto i “nanopixel”, i più piccoli pixel mai creati, un milione di volte più piccoli di quelli di ogni comune smartphone. Sono stati realizzati intrappolando la luce in nanoparticelle d’oro. Permetteranno di utilizzare una più ampia scala di colori e creare schermi modulabili che possono cambiare il colore come la pelle di un polpo, possono essere usati per creare schermi flessibili e superfici di proiezione grandi come un intero edificio, e soprattutto riducono drasticamente i costi per la loro produzione.  Al momento gli schermi grandi avevano un costo elevato perché bisognava combinare strati multipli in modo molto preciso. Quelli nuovi potranno essere guardati anche in piena luce del sole perché non hanno bisogno di un continuo apporto di energia per regolare il colore. Potrebbero per esempio essere usati per fare in modo che un edificio cambi colore, proprio come fanno gli animali mimetici. Un’altra applicazione potrebbe riguardare vestiti e rivestimenti, che potrebbero modificarsi e cambiare aspetto quando si desidera, o monitor per gli apparecchi elettronici casalinghi. 

 

Huawei è pronto ad accordarsi con Aptoide

Dopo la sospensione degli accordi commerciali con Google per l’utilizzo di Android sui propri device, Huawei sta stringendo un accordo con Aptoide, un negozio alternativo al Play Store che può essere installato sugli smartphone Android e dove sono presenti oltre 900.000 applicazioni, tra cui WhatsApp, Instagram, Facebook e tanti videogame. A darne conferma è il CEO di Aptoide, Paulo Trezentos, che ha sottolineato che è ancora tutto da definire, ma le due aziende si stanno parlando e un accordo potrebbe essere trovato a breve. Il colosso cinese non poteva certo farsi trovare impreparato dopo il blocco imposto dal Governo statunitense che ha portato Google a sospendere qualsiasi accordo commerciale, mettendo in dubbio la presenza delle app di Big G sui prossimi smartphone Huawei e Honor. Per aggirare temporaneamente il blocco imposto dal Governo Trump, la strada più semplice per Huawei è sicuramente quella di chiudere un accordo con uno store di terze parti che permetta all’azienda cinese di offrire sui suoi smartphone un negozio dal quale scaricare le applicazioni.  Questa soluzione tampone darebbe il tempo a Huawei di sviluppare un proprio sistema operativo. L’azienda cinese sta investendo tempo e denaro nello sviluppo di un sistema operativo mobile indipendente, che sia alternativo sia ad Android sia a iOS.

Quali sono gli smartphone più pericolosi per la salute

C’è un valore degli smartphone molto importante: il SAR, acronimo di Specific Absorption Rate. Questo valore indica l’energia assorbita da una particolare massa di tessuto umano entro un certo periodo di tempo. Gli smartphone emettono delle onde elettromagnetiche che possono essere dannose per il corpo umano, dato che per buona parte della giornata li teniamo affianco a noi, oppure in tasca. Il valore SAR aiuta gli utenti a capire quante onde elettromagnetiche vengono assorbite dal corpo umano: per legge il valore SAR non può superare 2W/kg e tutti gli smartphone presenti sul mercato hanno un valore inferiore. Ma la differenza tra i diversi modelli è netta, soprattutto nella fascia di prezzo dei medio di gamma, i più diffusi sul mercato italiano. Le associazioni raccolgono all’interno di database pubblici il valore SAR di ogni smartphone per dare la possibilità agli utenti di effettuare una scelta consapevole quando acquistano un nuovo cellulare.

La classifica è aggiornata a maggio 2019 vede al primo posto lo Xiaomi Mi A1 con un valore SAR di 1,75 W/kg, seguito dal OnePlus 5T e dallo Xiaomi Mi Max 3. Si tratta di smartphone cinese con un ottimo rapporto qualità-prezzo, ma anche un valore SAR piuttosto alto, tra i primi 10 troviamo altri due smartphone OnePlus (il 6T e il 5), lo Xiaomi Max 3 e lo Xiaomi Mi9, in ottava posizione il Google Pixel 3 XL.

 

Intervista a Shawn Layden sul fututo della realtà virtuale made in Sony

Shawn Layden, presidente di Sony Interactive Entertainment Worldwide Studios, dichiara che la PlayStation VR è la piattaforma di realtà virtuale più grande al mondo e le sue vere potenzialità si vedranno solo tra dieci anni. La PSVR è un prodotto quasi perfetto, per la tecnologia attuale, c’è però il problema del software, che deve essere sviluppato appositamente per la PlayStation VR. Secondo Layden, anche i giochi in VR arriveranno nel tempo, e spiega anche che la tecnologia che oggi Sony sta sviluppando per la PlayStation VR un giorno potrebbe cambiare il modo in cui si fa cinema: «Quando abbiamo portato qui i produttori di Hollywood per fargli vedere cosa potrebbe significare la VR per i film e per la TV, quasi tutti quando hanno tolto l’auricolare hanno affermato: “Questo fa esplodere la narrativa”. Quando qualcuno di loro ha chiesto come fare per imparare a usare questa tecnologia nel cinema, ho risposto che “Per fortuna c’è un intero gruppo di persone che ha imparato come risolvere il problema: i game designer».

Angelo Marra

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