Nuove forme di Finanziamento per start up e PMI

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30/08/2018

In questo ultimo decennio il credit crunch o “stretta creditizia” per le piccole e medie imprese ha caratterizzato negativamente la possibilità di crescita; nello stesso periodo però si è sviluppato un modello alternativo che nel medio termine potrebbe risolvere in parte questo problema strutturale.
Questo nuovo modello si chiama crowdfunding (dall’inglese crowd, folla, e funding, finanziamento)  o “finanziamento collettivo” in italiano.  È  un processo collaborativo che avviene attraverso piattaforme web, dove un gruppo di soggetti conferisce il proprio denaro per sostenere e finanziare gli sforzi di persone e di organizzazioni.

La principale innovazione portata dal crowdfunding è rappresentata dalle modalità di utilizzo degli strumenti informatici e dalla capacità delle piattaforme di coinvolgere ed emozionare un vasto numero di persone. Esistono diverse tipologie di crowdfunding:  le distinzioni riguardano la ricompensa che i finanziatori ottengono in cambio del denaro conferito.

L’Equity-based crowdfunding è uno dei quattro modelli di crowdfunding esistenti. Il suo sviluppo è stato favorito, dopo la crisi finanziaria del 2008, dalla crescente difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese. Il modello Equity prevede che il finanziamento avvenga sotto forma di capitale di rischio: i finanziatori ottengono in cambio di quote di partecipazione della società con diritti di tipo patrimoniale e amministrativo.

L’Italia è stata il primo paese a normare questa tipologia di crowdfunding e nel giugno 2013 Consob ha emanato un apposito regolamento che consente di gestire piattaforme di Equity Crowdfunding  previa autorizzazione dello stesso organo di vigilanza. Con l’aggiornamento del regolamento, pubblicato da Consob nel gennaio 2018, le piattaforme autorizzate possono pubblicare campagne di raccolta di capitale di tutte le società offerenti qualificate come Piccole e Medie Imprese.L’evoluzione del crowdfunding ha portato all’affermarsi di quattro modelli:

1) Donation Crowdfunding:  è largamente utilizzato da enti ed organizzazioni no-profit che si rivolgono alle folle affinché queste sostengano economicamente una causa sociale, etica o filantropica. Il donatore in tal caso non ottiene alcuna ricompensa materiale dal sostegno alla causa.

2) Reward: si tratta del modello maggiormente diffuso, in Italia e nel mondo, grazie alla sua capacità di remunerare, seppure in maniera simbolica, il supporter con ricompense emozionali o materiali normalmente di valore inferiore alla donazione. La declinazione di questo modello in settori fortemente creativi e sperimentali ha portato alla pratica del pre-selling. Il promotore di un progetto potrà rivolgersi alle folle per ottenere il supporto finanziario necessario allo sviluppo, progettazione e produzione di un nuovo bene e/o servizio, offrendo come ricompensa il prodotto stesso ad un prezzo inferiore rispetto al futuro prezzo di lancio.

3) Lending: l’evoluzione del crowdfunding ha portato anche alla nascita del prestito tra privati, anche definito peer to peer. Si tratta di un modello che consente a privati risparmiatori di prestare risorse monetarie a tassi di impiego ed utilizzo agevolati, senza dunque il ricorso ad intermediari tradizionali come le banche. Questa tipologia di crowdfunding ha avuto un’ampia diffusione negli ultimi anni andando a finanziare sia progetti aziendali che progetti personali.

4) Equity: l’ultima frontiera in materia di crowdfunding è la declinazione delle logiche del finanziamento dal basso al capitale d’impresa. Nel modello Equity Crowdfunding, le Startup e le PMI innovative, potranno rivolgersi alle folle per ottenere i capitali necessari all’avvio della loro attività imprenditoriale. In tal caso il sostenitore-finanziatore acquisisce titoli partecipativi al capitale d’impresa.

Angelo Marra

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